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 Dolls di Takeshi Kitano

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MessaggioTitolo: Dolls di Takeshi Kitano   Dolls di Takeshi Kitano EmptyMer Ott 15, 2008 8:31 am

あなたに、ここに、いてほしい。
Anatani, kokoni, ite hoshii.
DOLLS
di Takeshi Kitano ( Giappone - 2002 )


VENERDI' 17 OTTOBRE ORE 21,00
CIRCOLO G. PESCETTI
VIA V. BELLINI 14 - FIRENZE
per i Cineincontri
PASSIONI E SENTIMENTI NEL GRANDE CINEMA
DELL’ EST / SUD - EST ASIATICO


Proiezione su grande schermo
Analisi alla moviola di alcune scene
Discussione

DOLLS

"Il freddo è acuminato
Bacio un fiore di prugno
In sogno"
(Sôseki)

Tre versi e diciassette sillabe racchiudono il candore dell’Haiku, il fulminante componimento giapponese classico e popolare .

Tre storie che compongono un film fatto di Haiku.

Tre storie d’amore, tre storie tragiche; un ragazzo è obbligato dalla famiglia ad abbandonare la ragazza che ama e a sposare la figlia di un ricco dirigente. Il giorno del matrimonio scopre che la ragazza da lui amata ha tentato il suicidio. Non esita a correre da lei, la trova completamente inebetita. Vagheranno insieme legati da una corda rossa.
Un vecchio yakuza stanco e malato scopre che la donna che aveva dovuto abbandonare da ragazzo lo attende ancora su una panchina ogni sabato. Corre da lei ma è troppo tardi.
Una popstar rimane sfigurata a causa di un incidente automobilistico. Un suo fan pur di incontrarla decide di compiere un gesto estremo d’amore.

Dolls ultimo lavoro di Takeshi Kitano non è un semplice avvicendarsi di eventi, ma una poesia d’amore fatta di immagini suggestive, di simbolismi profondi e di denuncia sociale. Un linguaggio di figure umane che comunicano direttamente con il nostro io più profondo, oscillando tra una realtà frustrante e costrittiva e la ricerca interiore della propria dimensione umana che conduce inevitabilmente alla fine dell’esistenza.

L’immagine emblematica diviene una pallina di plastica rosa, il proprio io, sospesa a mezz’aria tra la luna e la protagonista, la coscienza dei personaggi non ancora delineata in equilibrio tra due mondi antico e moderno, materiale ed onirico, in un’ evoluzione che li condurrà alla morte e alla fine del sogno. La pallina viene schiacciata da un’auto, come la farfalla che osserva Sawako, la tragedia raggiunge la perfezione della bellezza, l’immacolatezza si manifesta al termine di ogni cosa, poiché combacia col principio. La libertà è nella scelta di morire, non potendo decidere quando e dove nascere. Questa è la linea di pensiero che unisce ogni personaggio: ognuno ha perduto qualcosa, ognuno cerca qualcosa. Kitano ci mostra la cultura di un mondo che può sembrarci lontano, ma in realtà parla dell’universale, dell’uomo e della sua esistenza. Si confronta con la tradizione giapponese e porta in scena le storie del teatro Bunraku, all’inizio in maniera poco dichiarata per giungere al metateatro tra gli avvenimenti del Meido No Hikayaku, un classico di Chikamatsu, e la pellicola. Un parallelismo che sottolinea ulteriormente il tema di equilibrio tra universi differenti, ma che apre la strada anche alla forma di doppio suicidio d’amore ‘shinju’ capace di rendere eterno il legame tra due amanti.

Tutto l’ambiente del film è un susseguirsi di estremo candore, il rosso degli aceri, i fiori di ciliegio, il luccichio del mare e la neve. Ogni ambiente è lo scenario ideale del dramma che si consuma. Kitano ha dichiarato di aver adattato la scelta delle location ai costumi di Yamamoto che riproducono l’ immagine surreale del teatro bunraku trasformando lentamente i due protagonisti in marionette.

La sensibilità di un grande autore, un Giappone da mitologia fanno di questo film un capolavoro del cinema, un gioiello senza tempo che sarà difficile non amare.

Questo film appare molto diverso dalla poetica violenta e dall’umorismo nero con cui Kitano è più conosciuto. Egli dice che la sua cinematografia oscilla tra due poli : uno legato alla violenza e al cinismo, l’altro alla poesia. Dolls, secondo l’autore, appartiene a questa vena lirica , presente anche in altre opere come Sonatine, e L'estate di Kikujiro.

NOTE SULL’AUTORE
TAKESHI KITANO, nato a Tokio nel 1947, si caratterizza anzitutto per una estrema poliedricità di percorso e di produzione artistica per cui può affermare : « Non sono il migliore in alcuna delle cose che faccio, ma nessuno è migliore di me nel farne così tante ». Dopo aver lavorato come cabarettista in vari locali notturni, apprendendo l’arte della recitazione e del teatro satirico giapponese, diventa una star della televisione nipponica nel genere comico-demenziale in coppia con Kaneko Kiyoshi , formando il duo Two Beat , e anche in seguito in alcune sue apparizioni cinematografiche. continuerà per vario tempo a firmarsi come Beat Kitano.

La prima opportunità con la settima arte gli viene dal grande Oshima ( L’impero dei sensi) che gli dà come attore una parte rilevante in Furyo ( 1983).

Il suo cinema fin dall’inizio tratta di gangster della mafia giapponese ( la Yakuza) in storie dove violenza e umorismo si mischiano con una leggerezza e profondità , in uno stile che diventerà il suo marchio irresistibile . L’altro elemento che ricorre in alcuni film di Kitano è il mare ( Il silenzio sul mare, 1991, Sonatine ,1993)

Il 1997 è l'anno della svolta per Kitano, l'anno del successo internazionale, l'anno in cui esce Hana-bi - Fiori di fuoco .Oltre ad essere premiato da numerosi festival in giro per il mondo, la vittoria del Leone d'Oro alla 54ª Le opere successive, tra loro molto diverse, ricevono in tutto il mondo una grande accoglienza.Il film successivo è il poetico L'estate di Kikujiro (1999), al quale seguono un nuovo film su uno yakuza (seppur "emigrato" negli Stati Uniti), Brother (2000), , Dolls (2002), ed il suo primo film in costume, Zatōichi (2003), vincitore del Leone d'Argento per la miglior regia al Festival di Venezia. Kitano ha inoltre scritto più di 50 libri di poesia, critiche cinematografica e alcuni romanzi, dei quali qualcuno è stato adattato su pellicola da altri registi.

info: 328-1760890 opp. 055-9062187
il nostro sito internet: http://web.tiscali.it/cultura2000
Bus dalla Stazione e da Novoli : 17,30,35,29,22,57 fermata ang. Via V. Bellini (tra via Maragliano e via Toselli)
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